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Motori fuori controllo

Riprendo un articolo molto interessante tratto dalla newsletter (bellissima tra l'altro) di Casaleggio e Associati
(https://www.casaleggio.it/newsletter.asp?articleID=362)

I motori di ricerca e l'accesso all'nformazione in Rete coincidono.
Con l'attuale dimensione del World Wide Web senza i motori di ricerca sarebbe impossibile accedere all'informazione, anche se i motori permettono di raggiungere solo il 50% del contenuto del WWW: il rimanente 50%  e' ''invisibile'' . La conoscenza disponibile in Rete e' immensa e continua a crescere; i motori di ricerca sono l'unica porta di accesso e chiunque, per navigare, li deve usare.
Si assume implicitamente che le risposte, fornite sotto forma di indirizzi web alla ricerca operata con una certa parola chiave siano ''neutre'' , al pari del risultato di una formula matematica. Un'illusione molto pericolosa, i risultati ottenuti non sono imparziali e possono avere effetti economici, sociali e politici. Le risposte fornite dai motori vengono calcolate in base ad un algoritmo, diverso per ogni motore, che non e' reso pubblico.
Ma se non si conoscono esattamente le logiche di ricerca, ci si deve basare sulla buona fede delle corporation per la validita' delle risposte. Ma le corporation sono organizzazioni a fine di lucro, la loro esistenza e' in funzione dei profitti per gli azionisti, il mercato e' il loro punto di riferimento.
Soldi e motori sono sempre piu' legati. Da uno studio di Interactive Advertising Bureau gli investimenti in pubblicita' on line sui motori di ricerca stanno raddoppiando anno su anno e corrispondono a circa il 35/40% di tutta la pubblicita' in Rete.
Chiunque puo' fare un semplice esperimento ed inserire la stessa parola chiave nei principali motori: Google, Yahoo, MSN , AskJeeves, AllTheWeb, AOL , Altavista, Lycos e Gigablast. I risultati ottenuti sono molto diversi, cosi come la posizione degli indirizzi web attinenti alla ricerca.
Chi appare nelle prime posizioni ha maggiori probabilita' di essere visitato e di ottenere un vantaggio commerciale.
Un ulteriore aspetto commerciale da considerare e' che i motori di ricerca piu' diffusi nel mondo sono statunitensi, ed e' lecito pensare che possano favorire gli Stati Uniti piuttosto che la Comunita' Europea o l'India.
I motori possono essere anche utilizzati a fini repressivi da Stati non democratici, e' sufficiente mettere un filtro alle parole non gradite, quelle che la gente non deve sapere o su cui non puo' investigare. Una situazione simile a quella del Grande Fratello di George Orwell in ''1984''. Amnesty International nel suo documento ''People's Republic of China, Control tighten as Internet activism grows''   riporta i casi di repressione in Cina legati ad Internet. 54 persone sono state imprigionate per pene da 2 a 12 anni per reati come il download di documenti da Internet, la pubblicazione di notizie relative all'epidemia SARS o per la comunicazione on line con gruppi stranieri. Website che contengono le parole Taiwan, Tibet, Democrazia, Falun Gong o Diritti umani sono continuamente bloccati.
I siti si possono chiudere, i motori no perche' sono necessari per navigare e lavorare in Rete. Si possono pero' manipolare. Questo e' relativamente facile per i motori nazionali, basta imporre loro una lista di parole sgradite al potere da non considerare nella ricerca. Per i motori di diffusione mondiale e' piu' difficile, ma con questi ultimi si puo' venire a patti condizionando l'accesso al mercato degli investimenti pubblicitari all'autocensura.
L'accesso alla conoscenza in Rete e' un patrimonio di tutti e deve essere tutelato dalle democrazie con leggi ad hoc ed un controllo etico sul comportamento delle societa' proprietarie dei motori di ricerca: in casa e fuori.

di Gianroberto Casaleggio - https://www.casaleggio.it/newsletter.asp?articleID=362

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